- CARAMELLE DA UNO SCONOSCIUTO (1987) di Franco Ferrini - recensione del film


CARAMELLE DA UNO SCONOSCIUTO
 (1987) di Franco Ferrini 
Primo (ed anche ultimo) film di Franco Ferrini, sceneggiatore spezzino, ma adottato dalla "scuola" romana del cinema.
Memore della "gavetta" con Argento e con i fratelli Vanzina, Ferrini dimostra di sapersi muovere bene nel thriller e di aver assimilato quello stile tipico dei suoi "maestri".
Ma a dirla tutta, non tutte le ciambelle riescono col buco e Caramelle da uno sconosciuto  rappresenta soltanto un timido e maldestro tentativo di bissare il successo degli amici colleghi. Siamo sul giusto binario, le premesse ci sono tutte, ma da uno che ha sceneggiato capolavori degli anni '80 come Phenomena o C'era una volta in America, ci si poteva aspettare molto di più.
Caramelle da uno sconosciuto la sua sporca figura la fa, ma, purtroppo, non è per la formula thriller che è possibile tesserne le lodi (ed è un po' come dire che uno spettacolo comico ha fatto ridere per altri motivi e non per le battute del cabarettista).
La cura scenografica e fotografica c'è, la musica è discreta, le singole riprese dimostrano una certa poetica ed eleganza surrealistica del dettaglio, tipica del miglior giallo argentiano, ma nonostante anche un cast pretenzioso (con i nomi di Athina Cenci, le allora acerbe Anna Galiena e Sabrina Ferilli, Barbara De Rossi e un cameo della "veterana" Laura Betti), sembra che Ferrini sia interessato a indagare vizi, costumi e problemi sociali della prostituzione, piuttosto che occuparsi di come far crescere la tensione. Gli omicidi pur truculenti (il maniaco ammazza le "lucciole" a rasoiate e con una pistola da mattatoio, perché sono "vacche", carne da macello) sono presenti ma sono un "di più", è possibile presto dimenticarsene, anche perché solamente abbozzati, senza il più compiaciuto voyeurismo di un Fulci o di un Argento. La forza del film sta, invece, nel creare un'atmosfera squallida e triste, quanto tenebrosa e morbosa; le figure femminili hanno tutte un che di "dark", nell'anima e perfino nei vestiti, sono tutte puttane che sembrano essere ricavate da una integrale morbosità latente, "streghificate". Saranno le suggestioni del neo-esistenzialismo degli anni 80? O forse un po' di sano perbenismo piccolo-borghese? (di cui il film trasuda). Fatto sta che Ferrini dimostra di avere dimestichezza o simpatia verso la prostituzione (suo è anche Squillo sempre di Vanzina); l'idea del titolo ruota attorno alle prostitute adulte, che a differenza dei bambini, non possono rifiutare le caramelle da uno sconosciuto e dietro  ogni sconosciuto ci può essere sempre in agguato il maniaco, una specie di Jack Lo Squartatore che agisce nelle periferie romane.
Ma il rapporto infanzia-prostituzione non è solo un aspetto del titolo, è poi la chiave di volta e il filo conduttore di tutto il film, che, complessivamente, si perde in se stesso, nell' approssimativa analisi sociologica e in un happy end da telenovelas. Nonostante tutto, pur nella sua inverosimiglianza (le prostitute sono ancora tutte italiane, mentre all'epoca del film qualche immigrata cominciava già a fare concorrenza) Caramelle da uno sconosciuto è perfettamente in linea al gusto patinato del thriller anni ‘80, borghese e molto noir come Mystère, Sotto il vestito niente (quest’ ultimo scritto da Ferrini) o morboso come Opera e Le foto di Gioia.
Da vedere per nostalgia o cultura personale.

Regia: Franco Ferrini; Soggetto: Franco Ferrini, Andrea Giuseppini; Sceneggiatura: Franco Ferrini, Andrea Giuseppini; Interpreti: Barbara De Rossi (Marilena), Mara Venier (Stella), Marina Suma (Angela), Athina Cenci (Nadine), Laura Betti (Jolanda), Anna Galiena (Isa), Maurizio Donadoni (commissario Giusti), Gerardo Amato (cliente), Annie Papa (Monica, transessuale), Marcella Tersigni (prostituta), Alessandra Bonarota, Antonella Ponziani, Sabrina Ferilli (romana), Lidia Broccolino, Ilaria Cecchi, Cristina Gentile, Luciana Cirenei, Ciro Scalera, Luigi Tondinelli, Alessandro Cavalieri, Pierino Bertone; Fotografia: Beppe Berardini; Musica: Umberto Smaila; Costumi: Romano Ridolfi, Enrica Biscossi; Scene: Bruno Darò
Montaggio: Franco Fraticelli; Suono: Gianni Zampagni; Produzione: Numero Uno Cinematografica, Reteitalia; Distribuzione: C.I.D.I.F. Consorzio Italiano Distributori Indipend. Film; censura: 82349 del 04-03-1987; Altri titoli: Sweets from a Stranger

Recensione a cura di :
Guido Colletti

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