SCACCO ALLA REGINA (1969)

Regia/Director: Pasquale Festa Campanile
Soggetto/Subject: Romanzo omonimo di Renato Ghiotto
Sceneggiatura/Screenplay: Tullio Pinelli, Brunello Rondi
Interpreti/Actors: Rosanna Schiaffino (Margaret Mevin), Haidée Politoff (Silvia), Romolo Valli (Valdman), Aldo Giuffrè (Spartaco), Daniela Surina (Dina), Gabriele Tinti (Franco), Elvira Tonelli (Cesarina), lleana Rigano, Mario Erpichini (invitati al party), Edda Ferronao (Maria), Giorgio Gruden (regista)
Fotografia/Photography: Roberto Gerardi
Musica/Music: Piero Piccioni
Costumi/Costume Design: Giulia Mafai
Scene/Scene Design: Flavio Mogherini
Montaggio/Editing: Mario Morra
Suono/Sound: Bruno Brunacci
Produzione/Production: Finarco
censura: 54865 del 23-10-1969

Trama: Attrice di successo, viziata e tirannica, assume una dama di compagnia sulla quale sfoga le sue bizzarrie. Quando il rapporto degenera, la diva la mette all'asta come se fosse una schiava.
Traendo spunto dal romanzo omonimo del 1967 di Riccardo Ghiotto, Pasquale Festa Campanile, cineasta molto prolifico e specializzato in commedie (anche se si è cimentato anche in altri generi), ci racconta di come un rapporto di dominazione e schiavitù, tra padrona e serva, possa trasformarsi in qualcosa di più, evolvendosi in una sorta di simbiosi tra le parti. Simbiosi derivata dalla totale devozione e venerazione (della serva)  per la padrona, fino a sfociare in un rapporto malato, al limite del morboso,  che comporterà l’annullamento totale di un essere umano, ridotto a mero oggetto.
Il film comincia in un aeroporto dove un uomo, in partenza per un viaggio d’affari,  si confessa alla moglie Silvia (Haydee Politoff) dicendole: “Quando ti ho sposata pensavo che ti avrei sempre portata con me”. La donna, dal canto suo, risponde laconicamente con un semplice “ e invece no!”. Il marito rilancia con un “ Sai, ogni volta che parto per così tanto tempo ho sempre paura che mi dimentichi” e lei: “Sono pigra anche per quello! Comunque non sparirò, troverò qualcosa per non annoiarmi…”. Una volta in macchina, Silvia ha una visione in cui viene catturata da qualcuno, legata mani e piedi e spogliata da un uomo obeso e baffuto che le taglia il reggiseno con delle forbici e la fa frustare da una donna. Quando torna in sè, Silvia viene lasciata davanti una palazzina di lusso, lì suona alla porta e viene accolta da un’amica che sembrava aspettarla e che la guida in casa per farle conoscere “la signora”, ammonendola però di non dire che cerca lavoro perché si annoia, bensì perché ne ha bisogno. La signora è Margaret (Rosanna Schiaffino), una stella del cinema ricca e capricciosa, con manie di protagonismo e di grandezza, che con il suo ego smisurato cerca una figura a metà tra la segretaria e la dama di compagnia per poterne fare ciò che più desidera (“Una che pago e che mi deve sopportare perché la pago e che non mi deve mai disapprovare, neanche col pensiero”). Ottenuto il lavoro, il rapporto tra Silvia e Margaret, si evolverà sempre di più. Tra le due donne si svilupperanno sottili dinamiche di dominio e sottomissione, che trasformano il rapporto di lavoro in una relazione permeata da sentimenti molteplici e contraddittori: amicizia, attrazione sessuale, rivalità, volontà di sopraffazione.

Film particolare questo “Scacco alla Regina” (a.k.a. The Slave), non avendo letto il libro non posso fare raffronti, ma il tema trattato e la sua evoluzione sono di sicuro interesse e Pasquale Festa Campanile, dimostrando buon gusto, è molto bravo ad attenersi al racconto dei personaggi e delle loro mentalità piuttosto che sfociare in gratuite scene di sexploitation, che avrebbero attirato sicuramente più pubblico, ma avrebbero rovinato l’eleganza della mise en scene della pellicola. Il direttore della fotografia Roberto Gerardi (utilizzato spesso dal regista in altri film) fa un lavoro eccellente, facendo risaltare al massimo la scena, specialmente nelle scene delle visioni di Silvia, dove la fotografia è un po’ morbida con bei chiaroscuri e le luci soffuse. Ottimi anche il trucco e i costumi che fanno risaltare ancor di più la bellezza di una Rosanna Schiaffino veramente in parte, quasi divertita nel recitarla. Brava anche Haydee Politoff, viso imbronciato più famoso del cinema di genere italiano, volto che aiuta sicuramente la rappresentazione di un personaggio privo di personalità, accondiscendente per natura alla sottomissione da parte di un carattere così forte ed autoritario come quello di Margaret.  Il resto del cast, soprattutto la componente maschile, è quanto mai superficiale e di contorno: abbiamo Romolo Valli nel ruolo di Enrico Valdam, amico di Margaret, affascinato e rapito dalla figura della schiava Silvia; Aldo Giuffrè invece impersona Spartaco, lavorante nella casa di Margaret e suo amante “quando gli altri spasimanti non sono disponibili e io non voglio aspettare”. La colonna sonora è curata da un ispirato Piero Piccioni, che sforna delle tracce una più sinuosa dell’altra stile dark bossanova, con vocalizzi ipnotici e sinuosi, da riascoltare nel proprio stereo di casa più e più volte. Purtroppo non è tutto oro ciò che luccica, il film soffre di una parte centrale abbastanza lenta dove si ripetono, anche se in modi diversi, gli stessi rituali di sottomissione e servitù e la sceneggiatura ne soffre non trovando spunti neanche nei dialoghi che non abbondano, anzi. Delle situazioni più variegate non avrebbero certo guastato all’economia del film. 
“Scacco alla Regina”, nonostante questi piccoli difetti, risulta un film di sicuro interesse, soprattutto per il non banale tema trattato. Vale la pena riscoprirlo.

Frasi o dialoghi da Ricordare:
Enrico Valdam (Romolo Valli): «È stupendo! La schiavitù in tutta la sua bellezza! Basta che un’imperatrice appaia, perché i succubi le corrano incontro. Il mondo è percorso da un desiderio folle di sottomissione, non è soltanto a proposito del sesso. La maggior parte della gente ha paura della libertà, non la vuole, libertà vuol dire responsabilità, rischio, e la gente non vuole rischiare, vuole… la SICUREZZA. Questa qui ama tanto la schiavitù, che finirà per amare la sua padrona! »
Curiosità:
La location principale del film - vale a dire la villa di Margaret (Rosanna Schiaffino) - è in realtà Villa Parisi a Frascati.

Recensione a cura di:


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