THE BUTTERFLY ROOM - LA STANZA DELLE FARFALLE (2012)


Regia/Director: Gionata Zarantonello
Soggetto/Subject: Paolo Guerrieri, Luigi Sardiello, Gionata Zarantonello, da rom. "Alice dalle 4 alle 5", da rom. di G.Zarantonello
Sceneggiatura/Screenplay: Paolo Guerrieri, Luigi Sardiello, Gionata Zarantonello
Interpreti/Actors: Barbara Steele (Ann), Ray Wise (Nick), Erica Leerhsen (Claudia), Ellery Sprayberry (Julie), Julia Putnam (Alice), Emma Bering (Monika), Camille Keaton (Olga), James Karen (commesso), Adrienne King (Rachel), P. J. Soles (Lauren), Joseph H. Johnson Jr. (Chris), Matthew Glen Johnson (William), Lorin McCraley (uomo nell'ascensore), Heather Langenkamp (Dorothy)
Fotografia/Photography: Luigi Verga
Musica/Music: Pivio De Scalzi, Aldo De Scalzi
Costumi/Costume Design: Alessandra Montagna
Scene/Scene Design: Alessandra Montagna
Montaggio/Editing: Clelio Benevento
Produzione/Production: Achab Film, Emergency Exit Pictures, Rai Cinema, Wiseacre Films
censura: 106112 del 12-04-2012
Altri titoli: The Butterfly Room

Ann è una signora solitaria che ama collezionare farfalle. Stringe amicizia con una bambina, figlia di una vicina, giovane e sconsiderata ragazza madre. La bambina si affeziona ad Ann, che le insegna anche a lavorare sulle farfalle, ma la donna nasconde diversi, terribili segreti…

Un benefico appagamento, dato dalla sensazione di guardare un film con il ritorno sul grande schermo come protagonista della regina dell’horror gotico Barbara Steele e di tante star del passato come Camille Keaton (Cosa avete fatto a Solange? e Non violentate Jennifer), Heather Langenkamp (vedi la saga di Nightmare) , P.J. Soles (Carrie - Lo sguardo di Satana, e Halloween: La notte delle streghe) e Adrienne King (Venerdì 13).
Senza parlare a vanvera di una rinascita del cinema di genere italiano, ci troviamo, fa piacere dirlo davanti ad una gran pellicola, il cui maggior pregio è quello di non andare mai sopra le righe: non lo fa la regia, che è assolutamente moderna senza  però voler esserlo a tutti i costi, e che non risulta quindi artificiosa.  Non lo fanno gli attori, che in buona parte sono, come detto, vecchie stelle dei film horror anni 80, e che riescono a essere credibilissimi. Non lo fa la sceneggiatura, assolutamente non lineare, ma piena di balzi temporali e storie intrecciate e tuttavia gestita benissimo.
Il film poi, nella sua tematica principale, che è quella del rapporto morboso genitori-figli (inquietante, a questo proposito, come tutte le madri presenti nel film si ritrovino ad asserire che era più facile avere a che fare con i figli quando erano erano più piccoli) e quindi delle psicosi che hanno spesso origine in un trauma capace di scatenare una follia omicida, rimanda di certo alla gloriosa stagione del giallo italiano. Tutto senza risultare stucchevolmente citazionista.
In definitiva, Zarantonello è riuscito a confezionare un gran bel film, perché probabilmente non è partito con l’intenzione di far risorgere il cinema di genere o di fare un capolavoro. Se non è, come ho già scritto, la rinascita del cinema italiano, è sicuramente un segno di vita, su cui bisogna porre attenzione

Recensione a cura di:
Vincenzo Ruscio | Crea il tuo badge

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