LA PATATA BOLLENTE (1979)

La patata bollente
Regia/Director: Stefano Vanzina [Steno]
Soggetto/Subject: Giorgio Arlorio
Sceneggiatura/Screenplay: Giorgio Arlorio, Enrico Vanzina, Stefano Vanzina [Steno]
Interpreti/Actors: Renato Pozzetto (Bernardo Mambelli, detto "Ghandi"), Edwige Fenech (Maria), Massimo Ranieri (Claudio), Mario Scarpetta (Walter), Clara Colosimo (Elvira, la portinaia), Sergio Ciulli (Meravigli), Adriana Russo (amica di Maria), Luca Sportelli (Pietro), Loris Bazzocchi (operaio), Dario Ghirardi, Margherita Giacomelli, Emilio Leoni (direttore generale fabbrica), Nazzareno Natale (operaio), Umberto Raho (medico), Enzo Rossi (altro operaio), Alberto Squillante (altro operaio), Giorgio Vignali
Fotografia/Photography: Emilio Loffredo
Musica/Music: Totò Savio
Costumi/Costume Design: Silvio Laurenzi
Scene/Scene Design: Mauro Passi
Montaggio/Editing: Raimondo Crociani
Suono/Sound: Giorgio Pallotta, Giorgio Pallotta
Produzione/Production: Irrigazione Cinematografica
Distribuzione/Distribution: C.I.D.I.F. Consorzio Italiano Distributori Indipend. Film
censura: 74249 del 23-10-1979

Bernando, detto Ghandi è uno operaio di una fabbrica di vernici, comunista ortodosso. Una sera, salva la vita ad un ragazzo, Claudio, pestato da un gruppo di nazisti. Il giovane, però ha un piccola pecca per i comunisti ortodossi dell’epoca: l’omosessualità. In un primo momento, Ghandi è sconvolto ed ha paura che i suoi compagni di partito possano dubitare della sua rettitudine morale e politica, ma poi decide di difenderlo a spada tratta, anche grazie all’aiuto della comprensiva fidanzata Maria. Ma i compagni lo spediscono a Mosca, per “salvarlo” dai pederasti.
Film contestatissimo all’epoca, divenne ben presto una sorta di manifesto dei gay , odiati sia a sinistra- dove venivano definiti borghesi - sia a destra- dove la virilità doveva essere scontata. Eppure, in quegli anni, l’omosessualità viene allo scoperto, sia a sinistra (Arcigay), sia a destra (i campi hobbit e poi Gaylib). Lungi dal rappresentare le rivendicazioni omosessuali, il film riesce a far comprendere bene - anche se tra mille stereotipi - la condizione omosessuale di molti italiani. E lo fa rompendo un tabù, facendo cioè “la pulce” non a destra, tra i missini, ma fra gli uomini e le donne dell'allora Partito Comunista. Un partito che si aprirà ai diritti gay sono dopo gli anni '80, mentre il PSI già cominciava a discuterne. I gretti sindacalisti rossi non vogliono nemmeno sentir parlare di gay comunisti, per loro non esistono o se esistono, sono dei piccoli borghesi.
Film della commedia all’italiana, riesce pienamente nel segno: mostrare le bassezze di certi “progressisti”.
Bravissimo Pozzetto, nel ruolo del militante amante dell’Urss e di Stalin , fantastico Ranieri, pienamente a suo agio, nonostante la sua eterosessualità, nel ruolo del gay proletario e standing ovation per la Fenech in un ruolo ostico di fidanzata che se la deve vedere con un uomo come possibile rivale.
Ottima anche la canzone “Tango diverso”, divenuta poi l’inno del GayPride del 2006.
Da ricordare la scena della puntura, con un Pozzetto che imita le “checche” e la portiera che lo spia e quella con Edwige che si spoglia per “svegliare” un addormentato Ghandi.
Peccato che non venga ricordato come dovrebbe.

Recensione a cura di:
Irene Agovino | Crea il tuo badge





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