I RAGAZZI DEL MASSACRO (1969)


Regia/Director: Fernando Di Leo
Soggetto/Subject: Romanzo di Giorgio Scerbanenco
Sceneggiatura/Screenplay: Fernando Di Leo, Nino Latino, Andrea Maggiore
Interpreti/Actors: Pier Paolo Capponi (commissano Duca Lamberti), Susan Scott (Livia Ussaro), Marzio Margine (Carolino Marassi), Renato Lupi (Mascaranti), Enzo Liberti (questore Carrua), Danika La Loggia (signorina Romani), Jean Rougel (Federico Dell'Angeletto), Giuliano Manetti (Fiorello Gressi), Anna Maria La Rovere, Flora Carosella, Ettore Geri, Priscilla Benson, Federico Mecca, Gabriella D'Olive, Sergio Serafini, René Contreras, Antonio Jodice, Salvatore Aricò, Gianfranco Pellegrini, Luciano Ferraro, Dario Sulis, Giovanni Imparato, Mario Tipi, Maurizio Passi, Gianni Turi, Michel Bardinet (Stelvio Sampero)
Fotografia/Photography: Franco Villa
Musica/Music: Silvano Spadaccino
Costumi/Costume Design: Loredana Longo
Scene/Scene Design: Franco Bottari
Montaggio/Editing: Amedeo Giomini
Suono/Sound: Goffredo Salvadori
Produzione/Production: Belfagor Cinematografica, Daunia Film
Distribuzione/Distribution: Italian International Film
censura: 54998 del 08-11-1969

Il cinema italiano degli anni '70 all'80% è sinonimo di qualità, specialmente se parliamo di un regista come Fernando Di Leo. Dapprima Noir, poi Giallo, Thriller che si tramuta in Poliziesco, ma che hanno come comune denominatore la rappresentazione del marcio della società. "Milano Calibro 9" è la pellicola che ha consacrato il cineasta a livello mondiale, "Avere Vent'anni" quella che l'ha affermato su livelli nazionali, ma probabilmente solo gli appassionati (quelli veri) di cinema conoscono le perle antecedenti ai film citati.
Dopo la primissima esperienza autonoma nel campo della cinematografia con "Rose rosse per il führer", nel 1969 Di Leo firma il suo primo capolavoro d'autore "Brucia ragazzo, brucia", forse il film con cui riesce pienamente a descrivere la società italiana degli anni'70. Nel medesimo anno il regista pugliese firma un altro capolavoro di nicchia "I Ragazzi Del Massacro". Il soggetto del film è tratto a piene mani dall'omonimo romanzo di Giorgio Scerbanenco e vede la prima trasposizione cinematografica del personaggio Duca Lamberti, protagonista di molti romanzi dello stesso scrittore. Lamberti è un ex medico divenuto commissario, compare in altre due pellicole del genere, ne "Il caso Venere privata" di Yves Boisset e ne "La morte risale a ieri sera" di Duccio Tessari. Nella pellicola di Di Leo il personaggio di Lamberti è interpretato da un meraviglioso Pier Paolo Capponi, attore sottovalutatissimo a mio avviso.
Il titolo "I Ragazzi Del Massacro" lascia già intuire una sottile ambiguità, sottolineata da uno stile registico a metà tra il Noir e il Giallo all'Italiana. Il marcio della società italiana di fine anni '60 è dipinto da pennellate caricaturali, che delegano i protagonisti al confine tra realtà e inverosimile. Difatti le prime sequenze del film vengono eseguite come una sorta di teatrino, finalizzato alla presentazione dei vari personaggi della vicenda, caratterizzato da stacchi musicali ad ogni entrata di un nuovo personaggio in scena. Si tratta di ragazzi di cui si specifica età, posizione sociale e matrice criminale, da cui si evince una rappresentazione stereotipata, ma allo stesso tempo goliardica. Capelli cotonati biondo artificiale, occhi storti, barbe incolte, indumenti acromatici e bucati, sono alcuni elementi che caratterizzato lo stereotipo del delinquente. Ma non del delinquentello di strada, o meglio, del delinquentello di strada si, ma che attraverso l'alcool arriva a compiere efferati delitti di gruppo. C'è molto di attuale in questo film, le sostanze stupefacenti come monito alla follia, l'omosessualità direttamente legata al gesto del suicidio, l'integrazione forzata del disadattato all'istruzione e il rifiuto delle principali regole civili. Lamberti prima di essere un commissario è un uomo, e come tale prova dei sentimenti che lo faranno affezionare a dei ragazzi in particolare della banda; vuole scoprire la verità a tutti i costi, senza commettere violenza e soprattutto regalando chance ai ragazzi, instradandoli verso una vita sana e civile. Scelta paradossale per Di Leo, visto che successivamente si occuperà di temi in cui vengono mostrati poliziotti violenti e corrotti, tra tutti proprio nel dimenticato capolavoro "Il poliziotto è marcio" con un memorabile Luc Merenda.
Il tutto è cucito da diverse tecniche di montaggio che gravitano attorno al sistema hollywoodiano dei 180° con continui raccordi sull'asse, che si concludono con un ellisse temporale proprio nel finale e che rendono la pellicola frenetica e scorrevole. Notevole l'interpretazione dei giovani attori, molto convincenti e collaudati da una tecnica di ripresa che delinea magistralmente ogni loro malformazione e ogni loro espressione. Come già detto "I Ragazzi Del Massacro" è tra il Giallo e il Noir: il Giallo all'Italiana c'è soprattutto perché si dovrà scoprire il grande mistero nel finale. Una delle più autentiche e dimenticate pellicole di Fernando Di Leo, un frammento cinematografico assolutamente da riscoprire e apprezzare, non solo per il suo valore tecnico, ma soprattutto per la sua valenza sociale di modesta attualità.

Recensione a cura di:
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