Regia: Gianni Amelio
Sceneggiatura: Gianni Amelio, Davide Lantieri
Produttore: Carlo Degli Esposti
Produttore esecutivo: Gianfranco Barbagallo
Casa di produzione: Palomar, Rai Cinema
Distribuzione: 01 Distribution
Fotografia: Luca Bigazzi
Montaggio: Simona Paggi
Musiche: Franco Piersanti
Interpreti: Antonio Albanese - Antonio Pane; Livia Rossi - Lucia; Gabriele Rendina - Ivo Pane; Alfonso Santagata; Sandra Ceccarelli; Bedy Moratti.
Anno: 2013
Durata: 104 min
Frasi e Dialoghi da ricordare:
Sceneggiatura: Gianni Amelio, Davide Lantieri
Produttore: Carlo Degli Esposti
Produttore esecutivo: Gianfranco Barbagallo
Casa di produzione: Palomar, Rai Cinema
Distribuzione: 01 Distribution
Fotografia: Luca Bigazzi
Montaggio: Simona Paggi
Musiche: Franco Piersanti
Interpreti: Antonio Albanese - Antonio Pane; Livia Rossi - Lucia; Gabriele Rendina - Ivo Pane; Alfonso Santagata; Sandra Ceccarelli; Bedy Moratti.
Anno: 2013
Durata: 104 min
Trama:Antonio Pane, quarantenne separato
con un figlio ventenne musicista, in attesa di trovare un lavoro vero si
ingegna facendo il "rimpiazzo": in pratica, per pochi spiccioli,
sostituisce chi ha bisogno di assentarsi per qualche ora dal proprio posto di
lavoro e non vuole essere scoperto. Pronto a qualsiasi occupazione e a
cogliere sempre il lato positivo di ogni esperienza lavorativa, Antonio dovrà
però misurarsi con un nuovo dolore prima di poter ritrovare il sorriso.
Gianni Amelio, regista apprezzato e pluridecorato,
con vari David di Donatello alle spalle, sempre sensibile ai problemi della
società contemporanea, ci racconta un dramma personale di un uomo disoccupato e
divorziato, il quale, attraverso la sua spiazzante positività, riuscirà a far
riflettere lo spettatore conducendolo per mano a guardare sempre il lato
positivo della vita. L’idea di fondo però, seppur bella, viene sviluppata male
ed il film ne esce appesantito nonostante un buon Albanese nei panni del
protagonista.
Il film racconta della vita Del
quarantenne Antonio Pane (Antonio Albanese) e del suo mestiere un po’ particolare
di rimpiazzo. Cos’è il rimpiazzo? Semplice! Antonio sostituisce qualunque
persona debba assentarsi dal lavoro per qualsivoglia motivazione, per un’ora o
due giorni, per Antonio non fa differenza, lui è felice di poter lavorare e
fare esperienza nell’attesa di un “lavoro vero”. Ma chi glielo fa fare? Viene
pagato poco o nulla, non sarebbe meglio stare a casa o fare una corsetta la
mattina al posto di spaccarsi la schiena? Ma Antonio non vuole star con le mani
in mano, lui è “come i pugili quando vanno in carcere e chiedono subito dei pesi
ed un sacco per rimanere in forma, così quando arriverà un lavoro vero io sarò
pronto”. Antonio è un uomo positivo e spontaneo, simpatico ed altruista, anche
se è divorziato (abbandonato dalla moglie (Sandra Ceccarelli) per la sicurezza
economica che non poteva assicurare), ha un figlio con cui è legatissimo, Ivo (Gabriele Rendina), che studia sassofono al conservatorio e suona in una
band. Ivo però è un ragazzo con dei problemi, non ha molta stima in se stesso e
prima di ogni spettacolo è colto da attacchi di panico. Durante un concorso
pubblico Antonio si rende conto che la ragazza seduta accanto a lui non ha
scritto nulla, allora alzandosi per consegnare il test, lascia cadere un
bigliettino nelle mani della ragazza che, ricopia tutto quanto in fretta.
Durante un lavoro di pulizia degli spalti dello stadio di San Siro di Milano,
Antonio riconosce in una collega la ragazza che ha aiutato al concorso che si
rivelerà chiamarsi Lucia (Livia Rossi). Antonio dopo aver parlato con lei si
rende conto di quanto sia una ragazza molto labile mentalmente e
fondamentalmente depressa per la mancanza di lavoro e (forse) d’amore. Tra i
due è subito amicizia ed Antonio si rivelerà quasi un fratello maggiore per la
ragazza fino a quando…
“L’intrepido” non è un brutto film,
intendiamoci, è diretto e fotografato bene, ma paga troppo un incedere lento e
sostanzialmente un ripetersi per quasi due ore con una storia a metà tra
l’esagerazione cinematografica e la realtà neorealistica. Antonio Albanese è
bravo e simpatico come sempre, il suo talento non si discute, ma per tutto il
film lo vediamo fare lavori diversi quasi non pagato sempre col sorriso sulle
labbra e senza problemi … va bene il messaggio positivo, va bene l’ottimismo,
ma questo stile fiabesco rischia di far venire il diabete al pubblico. I
personaggi secondari poi, come la ragazza Lucia ed il figlio Ivo, alla loro
prima prova come attori, sono purtroppo solo abbozzati e di poco, pochissimo
spessore, quasi non esistono. La fotografia a toni cupi dell’espero Luca Bigazzi
(“La Grande Bellezza ”, “There Must be the Place” di
Paolo Sorrentino) e le musiche sommesse firmate Franco Piersanti (Vecchio
collaboratore sia di Amelio, ma anche di Nanni Moretti)sono invece molto adatte
alla storia triste che il regista ha voluto raccontare.
Davvero un peccato, si sarebbe
potuto fare di più ma così non è stato. Consigliato
solo per gli appassionati di Antonio Albanese, gli altri possono evitarlo.
Frasi e Dialoghi da ricordare:
Legenda: L = Lucia A = Antonio
-
L: La storia
dei rimpiazzi, è assurda, ma almeno ti pagano bene?
-
A: Insomma …
-
L: Allora
perché lo fai?
-
A: Non lo so,
però è brutto la mattina quando ti alzi e non sai dove andare, quando non ti
fai neanche la barba perché sai che non devi uscire di casa, non devi vedere
nessuno. Io invece voglio farmi la barba tutti i giorni!
-
L: Quando ero
piccola mi dicevano : “Cosa vuoi fare da grande?” E io rispondevo “Mi voglio
prendere la febbre”
-
A: Perché la
febbre?
-
L: Perché
quando hai la febbre stai a letto, non vai a scuola, e la mamma ti porta i
biscotti con il caffèlatte, la pastina in brodo … ora se mi ammalo è un guaio.
-
A: Ma se ti
ammali, basta che mi chiami e ti rimpiazzo io.
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