ZORA LA VAMPIRA (2000)

Regia/Director: Antonio Manetti, Marco Manetti
Soggetto/Subject: Antonio Manetti, Marco Manetti
Sceneggiatura/Screenplay: Antonio Manetti, Marco Manetti
Interpreti/Actors: Toni Bertarelli (Dracula), Micaela Ramazzotti (Zora), Chef Ragoo (zombie), Raffaele Vannoli (servitore), Marco Manetti, Lory Bofta (Dafne), Sandro Ghiani (Cuccureddu), Elda Alvigini (ragazza piercing), Massimo De Santis (tossico), Ivo Garrani (prete), Carlo Verdone (commissario Lombardi), Alessia Barela (tossica), Francesco Squarta Caligiuri (Dj Sventra), Selen (prima vampira), Tormento (Cianuro), Rude Mc (repper sul palco), G Max (Lama), Fighting Soul (Breakers), Marco Forieri (tipo segaligno), Perla Giordano (Perla), Magdalena Grochowska (terza vampira), Lampadread (Rasta), Lenka Lanci (seconda vampira), Cecilia Luci (Ciccotti), Joseph Manetti (ragazza nera), Juliet Esey (ragazza nera), Michael Johannes Maser (Peloso), Roberta Modigliani (giornalista), Massimo Pittarello (poliziotto), Patrizia Sacchi (Laurona), Massimo Sarchielli (papà di Dafne), Gabriella Proietti (mamma Amalia), Erika Savastani (Michelina), Francesco Scali (medico legale), James Senese (compagno Napoli), Alex Sikaboni (er Sika), Turi (Rocco), Daniela Vergara (giornalista TG), Victor Vincente (Ruggero)
Fotografia/Photography: Federico Schlatter
Musica/Music: Squarta, DJ Gruff
Costumi/Costume Design: Cinzia Lucchetti
Scene/Scene Design: Pierluigi Manetti, Dora Manetti
Montaggio/Editing: Federico Maria Maneschi
Suono/Sound: Tommaso Quattrini, Paolo Lucaferri
Produzione/Production: Virginia, Cecchi Gori Group Fin.Ma.Vi
Distribuzione/Distribution: Cecchi Gori Distribuzione
Vendite all'estero/Sales abroad: Cecchi Gori Group
censura: 94769 del 12-09-2000
Altri titoli: Zora the Vampire

Zora la vampira dei Manetti Bros è uno di quei film che, pur amando il genere, riesci a vedere con fatica una sola volta. Si, ma quale genere?
Il film è un insieme di buone intenzioni, ci sono moltissimi ingredienti, forse troppi.  E’ il complesso di tutti i credo e le passioni dei due fratelli. Tema principale è quello dell’immigrazione clandestina con tutto ciò che ne consegue: emarginazione, difficoltà di inserimento, mancanza di permesso di soggiorno e di occupazione. 
Il film trova ispirazione nella passione per il cinema horror (numerose le citazioni ed omaggi), per l’hard (Sélen, il Cinema a Luci Rosse), per la musica hip hop, rap,  per il fumetto,  per l’arte dei graffiti. 

Nel film recitano artisti del panorama musicale di genere, quali Chef Ragoo, G Max,Tormento; la realizzazione dei  vari murales si deve a Stand, ragazzo romano considerato il writer più famoso d'Italia.
I momenti incalzanti di paura saranno sottolineati dai soli skratchs di Dj Gruff.
E’ un film ricco di personaggi a partire dai due protagonisti, il Conte Dracula interpretato da Toni Bertorelli e la dolce Zora alias Michela Ramazzotti. 
Prodotto dal grande Carlo Verdone dove egli stesso presta la sua bravura interpretando il personaggio del Commissario Lombardi facendo vivere una delle sue più famose maschere, quella del coatto romano con l’aggravante qui dell’uomo di potere, misogino e razzista.
Il film racconta la storia del Conte Dracula che, affascinato dalla visione dei programmi di varietà della televisione italiana, decide di raggiungere la nostra penisola, con l’aiuto del suo fido servitore.
I due si ritroveranno a bordo di un camion a viaggiare per mare su di una zattera, carica di altri clandestini. All’arrivo sulle coste pugliese  saranno i soli, poiché il conte durante il viaggio si è nutrito del sangue di tutti i naviganti, impalati successivamente per dar loro morte certa. Per il Commissario essi saranno, nell’indifferenza generale, solo dei numeri che da 25 scaleranno a 24 quando vedranno fuggir via il camion con alla guida il servitore del conte, la cui targa,  sarà letta e ricordata da un giovane del luogo interpretato da Valerio Mastrandrea.  Numeri e non esseri umani.
Nella città di Roma troveranno casa  tra i resti decadenti di un antica villa che ben presto, insieme ad altri accadimenti, (il primo morso rivolto inconsapevolmente ad un viados), diventano metafora del crollo di una visione puramente televisiva, un abbaglio accecante come la luce del sole dalla quale di lì a breve, il Conte,  si lascerà ardere.
Unico rifugio sarà rappresentato da un centro sociale della periferia,  dove conoscerà il suo amore, Zora che si innamorerà di lui al di là di ogni pregiudizio (la differenza d’età).
Interessante il finale, se pur buonista, quando il gruppo trova l’aiuto di un parroco di chiesa che armato della croce dell’altare, si unisce a loro per eliminare tutti i vampiri che ormai popolano la città in una sorta di coalizione senza credo e senza fede (anche politica).
Gli stessi daranno la possibilità al Conte di spiegare ed accogliere le sue intenzioni ormai frante dal più cieco capitalismo. La polizia, sopraggiungendo, senza appello, spara e ferisce a morte Zora. 
I registi portano a termine il lavoro lasciando aperta la possibilità di realizzare un sequel (il conte morderà Zora per donarle l’eternità).

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