UNA LUCERTOLA CON LA PELLE DI DONNA (1971)



Regia/Director: Lucio Fulci
Soggetto/Subject: Lucio Fulci, Roberto Gianviti
Sceneggiatura/Screenplay: Lucio Fulci, Roberto Gianviti, José Luis Martinez Molla, André Tranché
Interpreti/Actors: Florinda Bolkan (Carol Hammond), Stanley Baker (ispettore Calvin), Jean Sorel (Frank), Leo Genn, Silvia Monti (figlia di Frank), Alberto De Mendoza (sergente di polizia), Anita Strindberg (Julie Durer), Penny Brown (Deborah), Georges Rigaud (dr. Kerr), Edy Gall (Joan), Franco Balducci (poliziotto), Mike Kennedy, Ezio Marano, Ersi Pond, Gaetano Imbrò, Luigi Antonio Guerra
Fotografia/Photography: Luigi Kuveiller
Musica/Music: Ennio Morricone
Costumi/Costume Design: Maurizio Chiari
Scene/Scene Design: Maurizio Chiari
Montaggio/Editing: Vincenzo Tomassi, Jorge Serralonga
Produzione/Production: Apollo Films, Atlántida Films, Madrid, Films Corona, Nanterre
Distribuzione/Distribution: Fida Cinematografica
censura: 57694 del 17-02-1971
Altri titoli: Una lagartija con piel de mujer, Un lézard avec la peau d'une femme, Carole

Carol, ricca figlia di un avvocato londinese, è perseguitata da incubi: in contesti pieni orrore, sogna di avere rapporti saffici con una vicina di casa, la disinibita Julia Durer. Un giorno confida al suo psichiatra di aver perfino sognato di ucciderla con un tagliacarte. Quando Julia Durer viene trovata morta, uccisa a pugnalate come nel suo sogno, Carol diventa la principale indiziata e inizia a essere perseguitata da  individui misteriosi. Ma la verità è insospettabile…

Nella filmografia di Fulci, a questa pellicola spetta un posto d’onore. Suo secondo thriller, merita a pieno titolo l’etichetta di “indimenticabile”. Per questo film (e per quasi tutto i suoi gialli e  i suoi horror successivi) Fulci si tiene ben lontano dagli stilemi del giallo argentiano per costruire un raffinato e crudele thriller onirico, il cui maggior pregio è il continuo, incessante,  mescolarsi di realtà e incubo. Per Fulci infatti la linea che li separa è sottilissima, tanto che spesso la realtà di Carol, così apparentemente elegante e perbene, rivela tutto il suo orrore intrinseco, ad esempio con una clinica di lusso che nasconde al suo interno una stanza con dei cani vivisezionati, dal ventre orrendamente aperto. Nessuna certezza per lo spettatore, che si trova dunque davanti ad un uno dei lavori più disturbanti e crudeli della filmografia thriller di Fulci. Lo stesso finale mostra l’abilità di Fulci nel giocare con la sceneggiatura per far credere fino alla fine allo spettatore colto di trovarsi di fronte ad una copia di qualche film ben più noto, per poi sorprenderlo con una soluzione del tutto diversa. 
C’è da dire che in realtà la sensazione, netta, che si ha guardando questo film, è quella di trovarsi di fronte ad un prodotto più vicino all’horror che al thriller vero e proprio. Impossibile infatti, quando si parla di realtà e incubo mescolati, non pensare a quello che Fulci farà in seguito con “L’aldilà” e agli altri suoi grandi film dell’orrore. 
In definitiva, un film imperdibile per chi si vuole avvicinare all’opera del grande Lucio, e da rivedere in continuazione per chi già lo ama.

Recensione a cura di:
Vincenzo Ruscio | Crea il tuo badge


Commenti