RAGAZZA TUTTA NUDA ASSASSINATA NEL PARCO (1972)

Regia/Director: Alfonso Brescia
Soggetto/Subject: Antonio Fos
Sceneggiatura/Screenplay: Virgilio Mattei [Peter Skerl], Gian Antonio Martucci
Interpreti/Actors: Robert Hoffmann (Chris), Irina Demick (Magda), Teresa Gimpera (moglie di Chris), Pilar Velasquez (Catherine), Adolfo Celi (ispettore Huber), Philippe Leroy (Martin), Renato Rossini [Howard Ross] (Gunther), Patrizia Adiutori (Barbara), Franco Ressel (cameriere)
Fotografia/Photography: Alfonso Nieva
Musica/Music: Carlo Savina
Costumi/Costume Design: Massimo Bolongaro
Scene/Scene Design: Cruz Baletzena
Montaggio/Editing: Rolando Salvatori
Produzione/Production: Luis Film, Dauro Films, Madrid
Distribuzione/Distribution: Indipendenti Regionali
censura: 60324 del 06-05-1972
Altri titoli: Joven de buena familia, sospechosa de asesinato

Un giovane ma abile investigatore assicurativo indaga sul decesso di un miliardario, infiltrandosi tra i suoi famigliari, grazie anche allo sbocciare di un rapporto sentimentale con la figlia minore. Mentre indaga all'interno della villa del magnate defunto, altri cadaveri prendono a spuntare, insieme alla soffocante presenza di un detective della polizia e a quella di un secondo investigatore della compagnia.
Alla fine, una volta smascherato, il colpevole risulterà come al solito il meno probabile. Alfonso Brescia (Il tuo dolce corpo da uccidere, 1970), è il classico artigiano buono per ogni stagione e non è certo rimasto famoso per la sua finezza di tocco; ma qui riesce a far scorrere una trama tra le meno brillanti dell’ampia stagione del “giallo”(scritta dalla coppia milanese Gianni Martucci – autore del terribile I frati rossi, 1988 – e Vittorio Salerno, che, in coppia con Ernesto Gastaldi, ha realizzato i gialli Libido, 1965 e Notturno con grida, 1981), con un colpevole che risulta assai improbabile nelle sue strategie (compiendo già da piccolo una determinata scelta di vita che gli consentisse di giungere a un’adeguata vendetta) e la scelta di un Renato Rossini (Lo squartatore di New York, 1982 di Lucio Fulci) tra i più scontati e pretestuosi “red-herrings” mai visti nel genere. Riesce, grazie al discreto ritmo che sa imporgli, a superare questi scogli e a offrire una pellicola quanto meno fruibile. Una buona mano gliela danno senz’altro l’insopportabile commissario di Alfonso Celi (The Murders in the Rue Morgue / I terrificanti delitti degli assassini della via Morgue, 1972 di Gordon Hessler) e un cast femminile di buono spessore e fascino – con, su tutte, una disinibita Patrizia Adiutori (I corpi presentano tracce di violenza carnale, 1973 di Sergio Martino) – mentre un po‘ meno Robert Hoffmann (Spasmo, 1974 di Umberto Lenzi) protagonista non proprio ben registrato.

Recensione a cura di:
Alessandro M. Colombo (c)

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