SACRO GRA (2013)

Regia/Director: Gianfranco Rosi
Soggetto/Subject: da un'idea orig. di N.Bassetti
Interpreti/Actors: Roberto Giuliani, Francesco De Santis, Paolo Regis, Amelia Regis, Filippo Pellegrini, Cesare Bergamini, Gaetano Finocchi, Patrizia Torselli, Daniel Ona
Fotografia/Photography: Gianfranco Rosi
Suono/Sound: Gianfranco Rosi
Montaggio/Editing: Jacopo Quadri
Produzione/Production: Doclab S.r.l., La Femme Endormie
Distribuzione/Distribution: Officine Ubu
Vendite all'estero/Sales abroad: Doc & Film
censura: 107688 del 12-09-2013
Altri titoli: Holy GRADurata: 93’

La prima sensazione che si ha, a luci accese, una volta terminata la proiezione è quella di aver assistito ad un’opera incompleta. Solo a distanza, rimettendo ordine a tutti gli elementi ci si rende conto di quanto il film ci abbia lasciato, e coinvolto, a livello emotivo. Ogni protagonista ripreso nella sua quotidianità (cosa che lo rende autore di se stesso), trasferisce nello spettatore quel carico di drammaticità che si porta appresso. Diventa inevitabile una volta finito il film chiedersi cosa è successo dopo, come è proseguita la loro vita; perché per un ora e mezza ogni personaggio ci rende partecipe e ci coinvolge con i tempi dettati dalla sua realtà, che per un attimo diventa anche nostra.
Il G.R.A., la grande tangenziale che circonda Roma, fa da collante nel mostrarci tante piccole e quotidiane realtà che ogni giorno animano la parte meno conosciuta della città eterna. Un non film dove si susseguono in modo alternato le storie, scelte tra le molte documentate dal regista, di alcuni dei cittadini che vivono a ridosso di questa grande autostrada romana: c’è Roberto, barelliere su un'ambulanza del 118; Francesco, botanico che cerca di salvare le palme della città dal punteruolo rosso, un micidiale insetto; Filippo, un ex-principe che vive insieme a moglie e figlia in un grande palazzo sulla Boccea; Cesare, pescatore di anguille sul Tevere; e Paolo ex-nobile torinese decaduto, che vive con la figlia in un monolocale. Tutti sono ripresi  dal vero ed ogni set è allestito per seguire, senza interferenze di sorta, la loro quotidianità.
Gianfranco Rosi, una volta tanto,  dopo aver girato il mondo come documentarista, ci racconta la realtà prossima a lui e lo ha fa in un modo del tutto particolare, quasi innovativo. In un momento come questo dove il reality la fa da padrone, anche lui ci mostra da vicino le persone, ma lo fa lasciandole nel loro contesto: non devono essere meglio o peggio, non devo conquistare il pubblico, devono essere solo loro stesse. 
In definitiva, Sacro GRA uscito lo stesso anno de La Grande Bellezza, ne è, per certi aspetti,  l’antitesi. Perché, mentre nel film di Sorrentino si mette in mostra la bellezza della città eterna, anche se con il fine ultimo di mostrarne la sua decadenza, in Sacro GRA viene mostrata l’altra Roma, quella meno conosciuta, sorta ai margini della città classica, fatta di tante umanità diverse, ognuna con la sua particolare storia, che davanti all’enormità della città che le accoglie tendono a dissolversi. Il film, come già detto, non ha una vera e propria trama, perché è circolare come l’anello stradale che circonda la città e da cui prende il nome; per assurdo potrebbe iniziare in qualsiasi punto dei sui 93 minuti di lunghezza. 

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