IL COMUNE SENSO DEL PUDORE (1976)



Regia/Director: Alberto Sordi
Soggetto/Subject: Rodolfo Sonego, Alberto Sordi
Sceneggiatura/Screenplay: Rodolfo Sonego, Alberto Sordi
Interpreti/Actors: Alberto Sordi (Giacinto), Cochi Ponzoni (Ottavio Caramessa), Claudia Cardinale (Armida), Dagmar Lassander (diva), Alberto Sordi (Giacinto Colonna), Rossana Di Lorenzo (Erminia), Florinda Bolkan (Loredana, editore), Pino Colizzi (pretore, marito di Armida), Philippe Noiret (produttore cinematografico Costanzo), Aurelio Ponzoni [Cochi Ponzoni] (Ottavio), Silvia Dionisio (dattilografa), Renzo Marignano (regista), Claudia Cardinale (Ballarin), Gisela Hahn (Ursula Keller, segretaria), Giacomo Furia (direttore di produzione), Florinda Bolkan (Loredana Davoli), Giulio Cesare Castello (un partecipante alla tavola rotonda sul cinema), Philippe Noiret (commendator Giuseppe Costanzo, produttore), Ugo Gregoretti (un partecipante alla tavola rotonda sul cinema), Pino Colizzi (Tiziano Ballarin), Francesco Callari (un partecipante alla tavola rotonda sul cinema), Rossana Di Lorenzo (Erminia Colonna), Mino Doletti (un partecipante alla tavola rotonda sul cinema), Dagmar Lassander (Ingrid Straissberg, l'attrice), Marina Cicogna (un partecipante alla tavola rotonda sul cinema), Silvia Dionisio (Orchidea, dattilografa), Giò Staiano (direttore studio fotografico), Armando Francia (Mainardi), Giacomo Furia (Lattanzi, il direttore di produzione), Ugo Gregoretti (critico), Giulio Cesare Castello (altro critico), Marina Cicogna (consulente), Gisela Hahn (Ursula Kerr, segretaria tedesca), Michele Malaspina (direttore di una sala cinematografica), Renzo Marignano, Horst Weinert (direttore hotel), Manfred Freyberger (marito di Ingrid), David Warbeck (amante di lady Chatterly), Franca Scagnetti (cameriera trattoria), Origene Luigi Soffrano [Jimmy il Fenomeno] (se stesso, alla proiezione finale), MarioGino Pasquarelli (invitato pranzo trattoria)
Fotografia/Photography: Giuseppe Ruzzolini, Luigi Kuveiller
Musica/Music: Piero Piccioni
Costumi/Costume Design: Bruna Parmesan
Scene/Scene Design: Piero Poletto, Francesco Bronzi, Luciano Puccini
Montaggio/Editing: Tatiana Morigi Casini
Suono/Sound: Vittorio Massi, Massimo Loffredi, Massimo Jaboni
Produzione/Production: Rizzoli Film
Distribuzione/Distribution: Cineriz
censura: 68315 del 09-04-1976

Film diviso in quattro episodi. Nel primo, un romano proletario, porta la moglie al cinema, dopo quasi vent’anni di assenza e qui non trova altro che film osceni. Nel secondo, un piccolo intellettualoide di  provincia, un bravo Cochi Ponzoni, diventa improvvisamente ricco grazie ad una editrice, interpretata dalla Bolkan, che gestisce un rivista per soli uomini, ma non ha fatto i conti con la censura. Nel terzo, troviamo invece un pretore, ispirato al celebre pretore di Bolzano Rocchetti, fare battaglie di fuoco contro la pornografia, salvo poi approfittarne con la moglie Armida, ricreando quelle situazioni scabrose. Infine, un produttore che vorrebbe convincere un’attrice a fare una scena di sodomia.
Film di buona lega, vede un cast di stelle, da Alberto Sordi, protagonista del primo episiodio e regista, a Ponzoni, da Florinda Bolkan, fino a Dagmar Lassander. Le citazioni non mancano, nel primo abbiamo film nelle sale quell’anno (La liceale, L’insegnante, La professoressa di Scienze naturali), fino a film inventati o di qualche anno prima (La nipotina, La bestia). Continuano anche negli altri, fino all’epilogo che vede la scena della sodomia (appena accennata ovviamente)dell’attrice svedese Ingrid Steesberg, ovvero Dagmar Lassander. Gli attori sono quasi tutti in forma, anche se non mancano le cadute di stile, specialmente nel primo episodio. Nello stesso, però, forse il più riuscito, non manca la polemica di Sordi verso un’umanità varia di gente che vede il sesso come piacere estremo - i proletari, la borghesia, persino la Chiesa - e sembra, sessualizzando la società, non aver capito dove questo può portare. Chissà se nell’età della prostituzione minorile e del disagio pornografico come la nostra, questo film, considerato scabroso ai più, può avere ancora  una valenza. Certo è che ha ragione Moretti se pretendiamo un’accusa all’italiano medio - e anche all’italiana, mi sia consentito - che faceva la fortuna di alcune opere. Qui non c’è, c’è forse, invece, una consapevolezza di un mondo che non esiste più, un mondo che della sessualità stava incominciando a farne il suo perno, snaturandola però e disumanizzandola. La colpa sembra dire Sordi non è degli italiani o forse non solo, ma soprattutto di quelli che pur di incassare sarebbero disposti a vendere la figlia o la nipote - la nipotina - senza alcun ritegno. Una certa satira non si può non notare anche verso le donne - interpretate dalla Bolkan e ottimamente, dalla Cardinale - alcune “femministe” imprenditrici, come il personaggio di Florinda, ispirato alla creatrice di “Playmen” e quello delle donne puritane, le prime che però hanno certi istinti. Non ci si schiera come avrebbe fatto Moretti, non si sta o con i moralisti o con i pornografi. Si cerca solo di farne un ritratto. 
Curiosità: nel film è presente come comparsa anche la compagna di Florinda Bolkan, Marina Cicogna. 

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