MANI DI VELLUTO (1979)



Regia/Director: Franco Castellano, Giuseppe Moccia [Pipolo]
Soggetto/Subject: Giuseppe Moccia [Pipolo], Franco Castellano
Sceneggiatura/Screenplay: Giuseppe Moccia [Pipolo], Franco Castellano
Interpreti/Actors: Adriano Celentano (ing. Guido Quiller), Eleonora Giorgi (Tilli), Olga Karlatos (Petulia, moglie di Quiller), John Sharp (Benny, il maggiordomo), Gino Santercole (Leo), Anya Pieroni (Maggie), Gianni Zullo (nonno di Tilli e Momo), Memo Dittongo (Momo, fratello di Tilli), Gianrico Tondinelli (on. Martana), Pippo Santonastaso (commissario Vito Di Giordano), Geoffrey Copleston (Benny, industriale svizzero), Walter Valdi (medico), Sandro Ghiani, Piero Tordi (carcerato poeta), Sergio Tardioli, Leonardo Cassio, Renzo Palmer (monsignore zio di Guido)
Fotografia/Photography: Alfio Contini
Musica/Music: Nando De Luca
Costumi/Costume Design: Luca Sabatelli
Scene/Scene Design: Bruno Amalfitano
Montaggio/Editing: Antonio Siciliano
Suono/Sound: Luigi Salvi, Amedeo Casati
Produzione/Production: Capital Film
Distribuzione/Distribution: Cineriz Distribuzione
censura: 74525 del 20-12-1979

Mani di velluto mette in campo una coppia insolita della commedia all’italiana, che purtroppo non si ripeterà: Celentano - Giorgi, per lasciare il posto a diversi lavori che vedranno il molleggiato accanto a Ornella Muti. Peccato, non per la riuscita dei film successivi, tutti di livello apprezzabile, ma perché la vis comica di questo film risulta irripetibile e originale. Eleonora Giorgi è attrice di grandi qualità - adesso regista e produttrice lungimirante - capace di spaziare dal registro drammatico a quello comico, passando per l’erotico. Adriano Celentano vince addirittura un David di Donatello come attore protagonista, mentre la Giorgi dovrà attendere due anni per aggiudicarselo, grazie al ruolo della sua vita in Borotalco di Verdone.
Castellano e Pipolo (Franco Castellano e Giuseppe Moccia) - due prolifici sceneggiatori del nostro cinema comico - firmano la loro storia più ispirata e una regia senza sbavature. Sono una coppia inossidabile, in auge dal 1965, che caratterizza il fenomeno del Celentano movie, pellicole che catturano l’attenzione del pubblico giovane degli anni Ottanta, come adesso è capace di farlo Checco Zalone. La ricetta è semplice: cabaret, smorfie del molleggiato, qualche passo di danza tipico del ruolo, un pizzico di pochade, una bella attrice nelle vesti di spalla comica. Mani di velluto è il secondo film che la coppia di sceneggiatori gira con Celentano protagonista ed è il loro primo grande successo commerciale. Inutile dire che la critica alta non apprezza…
Mani di velluto vede Celentano nei panni di Guido Quiller, un ricco imprenditore che ha inventato un vetri infrangibile a prova di malfattori. Il buffo miliardario s’innamora di una bella ladra come Tilli (Giorgi), ultimo rampollo di un stirpe di rapinatori, che lo scambia per uno scippatore e odia Quiller con tutta se stessa. Per fare colpo sulla ragazza, Celentano si spaccia per ladro provetto e compie diversi colpi fasulli per poi rimborsare le vittime delle sue cattive azioni. Tutto finisce bene, anche se Tilli scopre per caso la sua vera identità. Alla fine Quiller organizza un vero colpo ai danni della moglie (Karlatos), rifilandole soldi falsi per ottenere il divorzio. E vissero sempre ladri e contenti, recita la frase in sovrimpressione. 
A parte i bravissimi protagonisti, la coppia comica Celentano - Giorgi che dimostra di funzionare bene, ricordiamo un cabarettistico commissario impersonato da Pippo Santonastaso, spalla del molleggiato in alcuni dialoghi surreali. Tra le protagoniste femminili meritano una citazione la bellezza matura di Olga Karlatos (moglie interessata di Quiller) e l’acerba Anja Pieroni (fidanzata altrettanto interessata che molla Quiller).
Molte citazioni. Una scena in cui Celentano guarda la televisione insieme al maggiordomo (Sharp), e le immagini sono prese da Altrimenti ci arrabbiamo (1974) di Marcello Fondato, con protagonista lo stesso Sharp (nei panni del cattivo), insieme a Bud Spencer e Terence Hill. Celentano suona al pianoforte le prime note tratte da Il ragazzo della via Gluck, successo musicale degli anni Sessanta. In un’altra scena Celentano accenna la quinta Sinfonia di Beethoven. Infine vediamo la siluette di Hitchcock, chiamato al telefono dal molleggiato per farsi consigliare un colpo. Il regista del brivido racconta la trama del suo Caccia al ladro (1955), interpretato da Cary Grant e Grace Kelly, aggiungendo: “Se avevo un’idea originale, la davo a te!”. 
Mani di velluto ironizza sul genere gangster, mettendo in burla film come La stangata (1973) di George Roy Hill, con Paul Newman e Robert Redford, ma anche Gli amici di Nick Hezard (1976) di Fernando di Leo. Infatti alcuni colpi ideati da Quiller sono vere e proprie stangate, orologi per dirla alla di Leo, sino al colpaccio finale ai danni della moglie, l’unico reale.

Recensione a cura di:

www.infol.it
Prefazione di Orchidea De Santis (Io e gli anni ruggenti del cinema italiano). In questo libro della serie “La storia, i generi e le attrici del cinema erotico in Italia dalle origini a ogg

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